domenica 7 novembre 2010

I pesci e la serata nera

...ma non nel senso che ho conosciuto un branzino a cui è andato male il sabato sera.

Nel senso che dopo un po' che non la vedevo, ho appunto rivisto una mia amica che è un poco sfuggente. Tende a scomparire. La vedi una volta, e poi passano mesi prima di incontrarla di nuovo. Peccato, perchè ce ne fossero di persone così. Appassionate del loro lavoro - lei è pittrice/fotografa e insegnante, ogni tanto, di storia dell'arte - con un certo bagaglio culturale, capaci di tenere un discorso non banale anche su cose quotidiane, su cose che quindi facilmente attirano su di sè il "banale".

Bè, la storia dei pesci inizia dopocena. Bizzarro, perchè i pesci non facevano parte del menù - meno male, visto che sono vegetariana! - e anzi, dovevano entrare nel discorso possibilmente belli arzilli. Infatti, dopo un'ottima cena a base di zucca - giustamente, era il post Halloween - cominciamo a chiacchierare, e lei mi spiega alcun progetti in cui è coinvolta. Fattostà, mi spiega di aver tenuto una mini-conferenza sul pesce nella storia dell'arte. Il tema non è per niente banale, mi dico, e mi chiedo "ma cosa diavolo si sarà inventata?".

Detto e fatto: mi ha raccontato la differenza fra arte occidentale e arte orientale. Perchè nell'arte occidentale il pesce è sempre morto? Una cosa, per altro, che ci domandiamo tutti...o sbaglio?

:)

Bando all'ironia. Voglio dire, non ci avevo mai pensato! E' vero, per giove! Quando mai vedi un merluzzo saltellante in un quadro d Botticelli? O una sogliola allegra e piena di vita in qualche scultura di Michelangelo? Mai. Al massimo trovi dei poveri pesci ormai da tempo abbandonati dalla vita nelle nature morte. Invece, mi spiegava lei, nell'arte orientale - Cina e Giappone soprattutto - di pesci vivi ce ne sono tantissimi. E come mai? Perchè il mondo sottomarino è stato molto più presente nella vita degli orientali di quanto non lo sia stata per noi occidentali. Mi spiego meglio - tramite le parole di questa mia amica - nell'arte occidentale la presenza di elementi marini effettivamente reali - pesci come piante come fondali - è limitata a periodi relativamente recenti. Viene spontaneo metterla in relazione con le scoperte scientifiche: quando il mondo sotto il livello del mare è diventato meno misterioso grazie alle esplorazioni, ecco che compare anche nell'arte, nella sua realtà. Nell'arte delle epoche passate, invece, mancando completamente la parte dell'osservazioni con gli occhi - oppure, essendo la vista limitata alla realtà manchevole, ovvero solo esseri marini morti - è dovuta intervenire l'osservazione fatta unicamente con la fantasia. Ed ecco che i mondi sottomarini presenti in questa arte sono mondi fantasiosi che copiano il mondo terrestre: boschi, uomini e donne pesce, aberi e via dicendo. Senza andare a cercare roba strana, penso alle sirene: misteriose creature femminili che popolano leggende ed epopee. Solo recentemente si è scoperto che erano semplicemente dei lamantini, mammiferi marini molto schivi.

Scuola Napoletana del XVII sec., J. Davidsz de Heem (1634)
, Edouard Manet (1864) .



Completamente opposto il discorso per l'arte orientale. Da sempre l'arte figurativa giapponese è piena di creature marine. Come mai questa differenza così evidente? Perchè sin in dai tempi antichi il laghetto fa parte del panorama artistico giapponese. In parole povere, i giapponesi hanno sempre costruito laghetti nei propri giardini imperiali. Laghetti pieni di vita, dunque di pesci e flora lacustre. Hanno avuto molto più tempo - secoli - per osservare la vita marina. In Occidente l'abitudine di costruire laghi nei giardini è molto più recente, dunque i risultati di queste osservazioni arrivano molto in ritardo nell'arte figurativa.

Giappone .


Apriti cielo. E quando mai ti capita di fare questo tipo di conversazioni? Dunque l'ho ascoltata pendendo dalla sue labbra, letteralmente.

Il secondo argomento di una delle sue mini-conferenze era, appunto, il nero. Cosa dire del nero, senza scadere nel banale? Streghe, musica dark ed esoterismo? Mi raccontava che di fronte al suggerimento che le era stato dato - Goya e i suoi quadri con le streghe - lei aveva fatto presente che in realtà l'intento di Goya non era esoterico ma satirico. Non aveva rappresentato le streghe in quanto donne malefiche autrici di malvagi incantesimi, ma in quanto simbolo della credulità e della cattiva dell'epoca.

Notturno con streghe, 1798 circa, e Il sabba delle streghe, 1797-1798


Che dire d'altro?
Dunque è andata così, la mia serata nera a base di pesci - vivi.
Decisamente ho imparato delle cose.
Poi la mia amica mi ha parlato anche della Cina, e sulla strada di casa abbiamo trovato - letteralmente - Cristo per terra.

Curiosi, eh?

Ma quella sarà la prossima puntata.

*neve*

PS COMICO & LEGGERO: dopo tutto questo sacco di roba seria, vi lascio con un filmato di Luciana Littizzetto a "Che Tempo Che Fa" a proposito del Bunga Bunga :)



LinkS .

Se non potete fare a meno di vedere almeno una natura morta con pesci al giorno, secondo me avete dei problemi, però potete andare qui:

Se volete vedere altre immagini di arte giapponese riguardante i pesci, potete andare qui:
http://www.google.it/images?q=arte+giapponese
Queste invece sono immagini di opere di un artista giapponese che ho trovato per caso e che ho trovato splendido, Hiroshige: http://www.google.it/images?q=hiroshige.
Qui trovate la sua vita: http://it.wikipedia.org/wiki/Hiroshige_Utagawa
.

2 commenti:

Domenico ha detto...

hahahaha assurdo ma interessante

neve su di lei ha detto...

Dici?

Benvenuto Pegasus!

*neve*