venerdì 8 aprile 2011

Prison Break doveva fermarsi a due stagioni .

Qualche tempo fa ho finalmente finito la quarta e ultima stagione di PRISON BREAK, serie americana terminata in realtà nel 2009. Ci sono molti buoni motivi per vedere le due prime stagioni di PRISON BREAK, e altrettanti per non vedere assolutamente le ultime due. Intanto cominciamo dalla trama, brevemente: Michael Scofield, un tranquillo giovane impiegato, commette un reato per farsi rinchiudere nella prigione di Fox River, dove è detenuto suo fratello, Lincoln Burrows, accusato di aver ucciso il fratello del futuro presidente degli Stati Uniti - per ora solo senatrice - e in attesa di pena di morte. Il progetto è quello di organizzare una straordinaria fuga dalla prigione: Michael è dotato di particolari capacità, possiede una grande memoria e capacità organizzative uniche, e queste peculiarità gli saranno di grande aiuto nel procurarsi oggetti e nell'ottenere favori all'interno della prigione. Ovviamente nel progetto finiranno per essere coinvolti anche altri detenuti, alcuni dei quali diventeranno coprotagonisti della serie. Ecco, sommariamente, la trama della prima stagione di Prison Break. Questa prima stagione è, senza mezzi termini, spettacolare, per parecchi motivi. Il primo, il più ovvio, perchè riesce a tenere incollato lo spettatore con continui colpi di scena e accadimenti. Lo spettatore è portato a identificarsi con Michael Scofield e a provare il suo stesso stato ansioso, la sua stessa paura, proprio grazie a un ritmo incalzante e a trovate spesso straordinarie - come lo strattagemma con cui Michael riesce a lavorare per quache ora al giorno nell'ufficio del direttore della prigione. Inoltre spesso vengono fatti flashback sui personaggi, vengono chiariti fatti personali e i motivi per cui sono in prigione, e questo arricchisce molto l'interesse e in generale il plot narrativo. Lo stesso personaggio di Michael Scofield è straordinariamente carismatico e interessante, molto sopra alla media che di solito si ha nelle cosiddette "serie d'azione".


Un altro motivo per cui vale assolutamente la pena guardare la prima stagione è la presenza di un bel personaggio femminile, quello di Sara Tancredi, medico della prigione e figlia del governatore. L'attrice, Sara Wayne Callies, è molto graziosa e adattissima alla parte, e fa riflettere il fatto che uno dei più riusciti personaggi femminili in una serie compaia proprio in un ambiente, quello carcerario, dove di donne se ne trovano ben poche. Il personaggio di Sara Tancredi è un buon esempio, in una televisione che scarseggia di modelli da seguire. L'attrice non si spoglia mai - in effetti Prison Break è assai scarsa di sesso, ma ricca invece di erotismo, due cose assai diverse - e il suo personaggio si innamora di Michael Scofield, trovandosi ad un certo punto a dover scegliere fra l'aspetto umano e quello deontologico della sua professione. Avessi visto Sara Tancredi a 13 anni, avrei voluto di sicuro fare il medico.


Infine un terzo motivo: poter assistere alla performance di un grande attore come Robert Knepper nei panni di Theodore "T-Bag" Bagwell, quarantenne omicida e vizioso, che a Fox River si  è ritagliato un ruolo ben preciso nell'ambito dei privilegi e benefici che sempre ci sono in prigione. Knepper è veramente straordinario nel tratteggiare quest'uomo ferito dalla vita, nell'infanzia, che offre sempre e comunque la parte peggiore di sé, anche quando avrebbe la possibilità di redimersi, di fare del bene. Notevole è anche la capacità di Knepper di incassare botte - T-Bag è in assoluto il personaggio più pestato della serie.


Sostanzialmente allo stesso livello della prima, la seconda stagione si sviluppa invece all'esterno, con i sei fuggitivi impegnati chi a raggiungere la propria famiglia, chi a dimostrare la propria innocenza, chi semplicemente a nascondersi. In questa seconda stagione si dipana l'intricata e interessante matassa della cospirazione di cui Lincoln Burrows, fratello di Michael, è rimasto vittima e che coinvolge alte cariche dello Stato e misteriose orgnizzazioni filogovernative. Altrettanto interessante e coinvolgente della prima stagione, questa seconda ne mantiene sostanzialmente invariato l'impianto narrativo, con frequenti flashback nelle storie dei personaggi e un ritmo serrato che invoglia a seguire fino alla fine.


Decisamente molto deludenti la terza e quarta stagione, per non dire inutili. Alla fine della seconda stagione si sente che c'è stata una "inversione di rotta" da parte degli sceneggiatori, come se la serie fosse stata progettata per finire dopo due stagioni e poi, visto il successo, si sia deciso di farla proseguire, con risultati disastrosi.
La terza stagione ripete noiosamente la prima, con Micheal, T-Bag e Bellick - guardia carceraria a Fox River - rinchiusi a Sona, una prigione autogestita a Panama. L'intreccio si ingarbuglia moltissimo e diventa un pretesto per spettacolari inseguimenti, esplosioni e quant'altro. Si perde completamente la storia personale dei personaggi, tutti ridotti a macchiette, e i colpi di scena, sempre numerosi, appaiono pretestuosi.

Leggermente migliore, ma di poco, la quarta e ultima stagione: sempre eccessivi e inutili le scene d'azione e i colpi di scena, ma di qualche interesse è invece l'intreccio riguardante "Schylla", un misterioso dispositivo creato dalla Company e destinato a sconvolgere il Mondo. Ritroviamo Sara "resuscitata" ad arte dagli sceneggiatori, e facciamo la conoscenza con Christina, la madre cattiva di Michael e Lincoln. Terrificante il finale, lo dico a monito di chi lo vedrà.

Per riassumere, dunque, consiglio vivamente la prima e la seconda stagione, ma fermatevi lì, vi prego!

*PRISON BREAK: http://www.sidereel.com/Prison_Break

PS: si pronuncia "breik", e non "brek"!!!


*neve*

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