Non è di certo un argomento attuale, ma in questi giorni sono tornata ad appassionarmi alla storia del Titanic. Per i pochissimi che non sanno nulla, dirò che il trasatlantico RMS Titanic, di proprietà della White Star Line - compagnia di navigazione inglese - partì dal porto di Southampton il 10 Aprile del 1912, destinazione New York, e andò a schiantarsi contro un iceberg nell'Atlantico Centro-Settentrionale la notte fra il 14 e 15 Aprile. Nel naufragio che ne seguì morirono 1500 persone e se ne salvarono 715.
La storia del Titanic ha affascinato moltissimi storici, ricercatori, romanzieri, registi, e ha appassionato migliaia di persone in tutto il Mondo. Basta ricordare i moltissimi film - l'ultimo, "Titanic" del 1997, è stato un successo planetario e ha portato fortuna ai due attori protagonisti, Leonardo DiCaprio e Kate Winslet -, romanzi, documentari che tutt'ora vengono periodicamente sfornati per rendersi conto che la storia del Titanic è qualcosa di più di un "semplice" disastro navale.
Per me tutto cominciò nel 1998. Ero nel periodo nero dell'adolescenza, volevo essere ribelle, rifiutavo gli stereotipi, ero insomma la classica testa calda. Un film colossal come "Titanic" non era esattamente fra i miei ideali cinematografici di allora. Fu con riluttanza che accettai l'invito delle mie compagne di classe ad andarlo a vedere. Entra in quel cinema molto, molto prevenuta.
Fu scioccante. Non mi resi conto immediatamente di che impatto stava avendo il film su di me. All'inizo ero come inebetita. Quando uscimmo dal cinema le mie compagne entusiaste commentavano, io me ne stavo più che altro in silenzio, non sapevo cosa dire. Qualche giorno dopo proposi a mia madre e mia sorella di tornare a vederlo. Fu lì, la seconda volta, che scoppiò il putiferio.
Uscita dal cinema cominciai a piangere. Non era tanto la morte di Jack Dawson a gettarmi nello sconforto, quanto la Morte in sè e per sè di centinaia di persone. Quello che mi aveva colpito erano le scene di contorno, i personaggi appena sfiorati: la madre che legge le favole ai suoi bambini mentre la nave sta andando giù, i due anziani che si abbracciano sul letto mentre l'acqua sale, l'architetto in stato di schock che fissa un quadro. Questo incontro con la Morte mi aveva devastato. E non solo con lei: con Titanic avevo "scoperto" anche l'Amore, l'estrema Precarietà dell'Esistenza, l'Ingiustizia Sociale. Tutte cose di cui fino ad allora avevo solo letto nei libri, erano ora chiare e limpide davanti a me, e tutte insieme. Ed erano VERE. Quelle storie erano accadute sul serio.
Sono tornata a vedere Titanic altre 5 volte, e ogni volta era la prima, ogni volta significava immergersi nuovamente in quello stato da "prima volta "appunto, in quella scoperta delle Grandi Cose, che ormai certo avevo scoperto, ma su cui avevo tanto ancora da riflettere. Guardare il film mi aiutava a pensare, anche perchè ormai ero preparata. Sapevo che sarebbe arrivata una certa scena, e il mio pensiero evolveva di volta in volta. La scena in cui un inseviente perde le chiavi nell'acqua, lasciando Jack e Rose dietro una grata con l'acqua che sale, per esempio. La mia prima reazione era stata "Che stronzo". Poi rivedendo la scena ho mutato pensiero. O meglio, l'ho approfondito. "Stronzo, sì, ma la nave sta affondando. Io cosa avrei fatto al suo posto? Se avessi perso le chiavi nell'acqua mi sarei tuffata a cercarle o avrei cercato di salvarmi?". Tutt'ora mi rimane l'interrogativo.
L'intera storia del Titanic è un interrogativo costellato da "se". Se la nave avesse virato, forse non sarebbe affondata? Se il capitano Smith avesse prestato più attenzione agli iceberg, forse non ci sarebbe finito dentro? Se, se, se...
Da allora mi sono appassionata al cinema con la C maiuscola. Ho cominciato a vedere tantissimi film. Speravo che si ricreasse quell'atmosfera unica che avevo vissuto nel film, ma naturalmente era impossibile. In compenso, ne ho viste crearsi molte altre, altrettanto degne, altrettanto appassionanti. Se dovessi fare una classifica dei miei 10 film preferiti, "Titanic" non rientrerebbe. Non si può classificare l'Inizio. Non di meno, lo considero il film che mi ha iniziato al cinema.
Tornando alla nave, fra tre anni correrà il centenario del naufragio, eppure ancora non si sa tutta la verità. Meglio ancora, non si sa quasi niente. Non si sa neanche che nome dare alla maggior parte dei corpi raccolti dal mare dalla nave Mackey Bennet e seppelliti ad Halifax. Soltanto nel 2008 si è scoperto che il corpo di un bambino raccolto in quell'occasione e seppellito ad Halifax, conosciuto come "Unknown Child", era di Sidney Leslie Goodwin, di un anno, morto nel naufragio con tutta la sua famiglia - 8 persone in tutto -. Anno dopo anno sono morti tutti i sopravvissuti al disastro. Qualche anno fa se n'è andata anche l'ultima memoria storica, una donna che all'epoca del naufragio aveva 5 anni e che dunque ricordava ancora qualcosa. L'ultima sopravvissuta ha 98 anni e aveva 2 mesi all'epoca. Ovviamente non ricorda nulla di quanto è accaduto. Rimangono i documentari, le foto d'epoca, gli articoli di allora. Nel 1985 Robert Ballard ha scoperto il relitto, e sono cominciate le esplorazioni - davvero affascinanti le immagini - che hanno rivelato tante cose - la magnificenza della stanze di prima classe, la bellezza delle strutture, l'esistenza di paratie dove non dovevano essere - ma che non possono fare luce sui tanti dubbi che ancora circondano la nave più celebre della Storia.
Nel cuore degli abissi, a 3000 metri di profondità, il Titanic custodisce ancora gelosamente i suoi segreti.
"DEATH OF DREAMS" - documentario del 1994.
"SINKING OF CENTURY"
"LAST MYSTERIES OF TITANIC"
"TITANIC 90 YEARS BELOW"
ps: tutti i video sono ovviamente delle prime puntate. Su YouTube trovate i seguiti.
*neve*
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