sabato 29 ottobre 2011

Torneranno alla Terra .


TORNERANNO ALLA TERRA

E’ alta, in cemento, pare eterna
La nebbia ci nasconde l’una all’altra
La Storia veglia
La sento mormorare
Quanta bellezza c’è
In un luogo così mortale

Ozymandias non ci ha insegnato nulla
Ancora rincorriamo l’eternità
Nei loro palazzi
Sedicenti re
Costruiscono senza badare
A spese né a vite

Non c’è denaro che valga
Non c’è dio che tenga
Il re col suo oro
L’operaio e il suo lavoro
Torneranno alla Terra

E forse così immortale non sembra
Creata dall’uomo creatura terrena
Più resistente
Per sconfiggere il Tempo
Ma altrettanto arrogante
Così
Simile a sé stesso

Non c’è denaro che valga
Non c’è dio che tenga
Il re col suo oro
L’operaio e il suo lavoro
Torneranno alla Terra

Non c’è denaro che valga
Non c’è dio che tenga
Il re col suo oro
L’operaio e il suo lavoro
Torneranno alla Terra

(16 Febbraio 2009)

Questa canzone parla della diga del Vajont. E’ lei quella “alta, in cemento”. Avevo visto lo spettacolo di Marco Paolini sul Vajont, e ne ero rimasta impressionata. Nel Febbraio 2009 io e il mio compagno musicista ci trovavamo a Belluno, per un concerto. Il giorno dopo decidemmo di andare a vedere la diga. Era pieno inverno, tutto era coperto di neve, e c’era la nebbia fittissima. Per questo “la nebbia ci nasconde l’una all’altra”. Quello che provai fu un senso di sacralità che non avevo mai avvertito prima, se non forse quando a 10 anni mi trovai in Olanda a guardare un cippo funerario in onore delle vittime del crollo di una diga. Fra di loro mi colpì vedere anche il nome di un neonato. Per me questa è una canzone “sacra”, tant’è vero che non l’ho mai fatta dal vivo. Per pudore, per paura, non so bene. Ozymandias è il protagonista dell’omonimo sonetto di Shelley, di epoca romantica (1800), che parla dell’inevitabile declino di uomini e imperi. Ozymandias era il soprannome di Ramses II, faraone egiziano.

“E sul piedistallo queste parole appaiono :
"Io sono Ozymandias, Re dei Re:
Guarda le mie opere, o Potente, e dispera!"
Non rimane più nulla. Intorno rovine
di un relitto colossale, sconfinate e nude,
solo spiagge piatte e solitarie all'infinito.”   

*neve*

3 commenti:

nino p. ha detto...

bella... molto bella

Luigi ha detto...

quanta bellezza c'è in questo mondo così fragile...
e quanto equilibrio ci vuole per non rimanerne disorientati!!!

neve su di lei ha detto...

grazie...